Ricordi

Mauro con mamma Enrica sulla moto di papà Pino, nel cortile della casa di Grole, la frazione di Castiglione delle Stiviere dove i Pavan si erano trasferiti; dalla bassa veronese a Desenzano del Garda, e poi a Grole nell'alto mantovano. Piccoli spaccati di felicità, di una famiglia da poco formata. Mia mamma si era finalmente sposata, io con un papà che mi adorava, i nonni paterni Giovanni e Angelina Pavan. Inoltre, sempre in questa corte abitava Renzo con la famiglia, il fratello di Pino, e ancora da sposare Fiorella, la sorella più giovane. Fiorella era davvero molto avanti per l'epoca, le sorelle di mia mamma che venivano a trovarci si meravigliavano di quanta libertà si respirasse nell'alto mantovano a differenza della provincia di Verona, non molto diversa da quella di Trento.
La borghesia è buona solo a creare surrogati di felicità; per contro, è molto buona a pigliare per il culo, ipocritamente, le persone più fragili, ancor più se giovani donne mandate in giro allo sbaraglio. I ricordi di questi momenti sono svaniti ormai, ero troppo piccolo, ma facendo uno sforzo, di quei tempi ricordo l'atmosfera, i colori e i profumi. Ricordo una specie di hortus conclusus (tanto era piccolo e ricco di tutto, e molto ben protetto tutt'intorno da una recinzione metallica), che separava la nostra casa da quella di Giuliana, un'amichetta coetanea con la quale giocavo. Di fronte a quel cortile c'era un portico, dove lo zio Renzo aggiustava vecchie pentole e oggetti di rame, e ne costruiva di nuovi. Classiche le pentole di rame con l'orologio, o pentole trasformate in portavasi. Renzo era appassionato anche di api, gli piaceva fare il miele, e con il suo miele credo di essermi tolto fin da subito la voglia di saziarmi a più non posso. A dire il vero ho più ricordi dello zio Renzo che di mio padre Giuseppe. Renzo era sempre in giro per il cortile, col nonno Giovanni, mentre Pino andava a lavorare in fabbrica a Brescia, e tornava a casa solo la sera.
Comunque questa era la casa e la vita di Grole, quando mio padre era ancora in vita, una vita che stava spendendo tutta, con anima e corpo, con tantissimo entusiasmo, per sua moglie e, lo dice ancora oggi mia mamma, soprattutto per me. Con la moto, quando poteva, ci portava a Desenzano sul lago a mangiare il gelato. Lui cantava e io gli andavo dietro. Quello che ricordo è che a Pino piaceva molto Paul Anka, un cantante che andava in quegli anni, e sicuramente erano sue le canzoni che cantavamo; questo l'ha confermato anche mamma Enrica poco tempo fa.