Raccontato dall'autore
Ma quanto mi piace e mi diverte, darmi un tema, un obiettivo serio, disturbare fino a distruggere la mia mente, per poi perdermi strada facendo, in un mondo che prendendo un pò di serio e un pò di giocoso, si trasforma in una fantasia creativa fine a se stessa. Questa perversione fantastica e un pò autolesionista, alla fine sorprende e spiazza anche me, che in quel progetto iniziale ci credeva solo seriamente. Prendermi gioco dell'uso e dello sfruttamento dei simboli religiosi, di tutto quel pot-pourri di segni-significati che di divino non hanno un bel niente, ma che derivano o si rifanno a simbologie già in uso e sfruttate migliaia di anni prima di questa più nuova religione cristiana, per lo più nell'area dell'antica Persia, era e rimane cosa che mi ha sempre stuzzicato non poco. E questa è la parte seria di questa mia peccaminosa curiosità. In questa ricerca ho scoperto che tutto o tanto, di quello di cui oggi ci siamo abituati a legittimare dentro una sfera sacra, divina, secondo la lettura nostra occidentale, nella maggior parte dei casi era già in uso molto tempo prima, con significati per lo più differenti, paradossalmente anche opposti, e che il cristianesimo ha copiato, modificato, e incollato. Insomma sembra proprio che il Diavolo sia riuscito, una volta scacciato dalla porta principale, ad entrare da una porta secondaria, per rimanerci sine die. La morale è che, in ogni caso, nella stessa casa coabitano comodamente da sempre, sia il sacro che il profano. Io sono fermamente convinto che la colazione, la merenda e la comunione, la facciano addirittura insieme, e che per avere la giusta temperatura di acqua tiepida, quando devono farsi il bagno, Dio e Satana, raggiungano il naturale compromesso di versare nella vasca un pò di acqua santa e un pò di acqua profana. Da qui il colore rosso e blu per il caldo e il freddo (?!). Alla fine di questa miscelazione, la favola ci dimostra che è inutile voler cacciare di casa l'uno o l'altro, perché coabitando nella stessa casa-chiesa, riescono meglio a far fronte alle necessità di coloro i quali sentono questo omeopatico e pure comprensibile bisogno, di questo mistico-magico, conforto. Gli ornamenti-oro, i paramenti-seta-ermellini, la gestualità-rito-magia, i fumi e i profumi-vanità, servono consequenzialmente a rendere tutto più teatralmente verosimile. Si può, onestamente, amare solo Dio senza provare vera e genuina simpatia anche per Satana, per me no, non è possibile, non è naturale. Non è artisticamente plausibile. Questo lavoro, sotto sotto, ma anche alla luce del sole, senza se e senza ma, vuole essere un omaggio anche al povero Diavolo, necessario tanto quanto, divertente tanto quanto, non meno meritevole e affascinante del suo più famoso e celebrato rivale. Credo che questo titolo, come tutti o quasi i titoli dei miei lavori, voglia gettare un pò di ironia su tematiche trattate a volte, con troppa supponente seriosità. Cul-de-suck e Burlesque 2017, sono entrambi figli vivaci di questa mia riflessione.