TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

le opere

Se volete fare un percorso insieme a me, per scoprire cosa mi frulla nella testa quando dipingo, cliccate sulla singola immagine.

Studio Bravi fotografia
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Con sincera stima e affetto ringrazio Marco e Massimiliano Bravi, per la professionalità e la passione che mettono in questo lavoro che tanto amano. Mi fanno sentire a casa, assecondano ogni mia richiesta, e io mi fido ciecamente di loro. Fiero di lavorare con voi.

Chi è Mauro Pavan

Mauro Pavan è nato a Verona nel 1958.

Avviato all'arte fin da piccolo (i suoi primi lavori ad olio su tela risalgono a quando Mauro frequentava le scuole elementari), in seguito ha frequentato prima il Liceo Artistico e poi Scenografia all'Accademia di Belle Arti. Un artista fuori dagli schemi, da sempre impegnato nel perseguire una strada tutta sua, ossessionato da una personale ricerca di sintesi.

La carriera artistica di Mauro Pavan decolla quando incontra il maestro Luciano Beretta nei primi anni '80.
Il maestro milanese (paroliere, primo ballerino alla Scala, showman e artista famoso per i suoi collage), si prese cura del giovane ancora fresco di scuola. Per cinque anni il maestro spianò la strada al giovane allievo avviandolo alle sue prime esposizioni personali, il tutto sotto la sua guida e protezione. In cambio, il maestro chiese al giovane Mauro un impegno fuori dal comune, tanto, tanto lavoro, in cambio di tanti suggerimenti preziosi che il maestro, un po' alla volta, gli somministrava con meticolosa cura.
Il 26 giugno 1981 il maestro Luciano Beretta, in occasione della prima personale, scrisse: “Mauro fa la guerra con le matite e i pennelli, sicuro di vincere con intelligente prepotenza la sua battaglia... una vittoria conquistata con amore e arte e tanta umiltà! Vederlo lavorare è un piacere: Con sicurezza, senza ripensamenti disegna a “spada tratta” con virtuosa abilità, padronanza di prospettiva e tanta inventiva, ma non sbrodola croste, non propone copie dal vero, non fotografa... lascia in ogni suo lavoro la sua impronta e dice qualcosa di nuovo. ...più di un papà! Luciano Beretta”. Da famoso e raffinato scrittore e paroliere (suoi i testi di Il problema più importante, Il ragazzo della via Gluck, Nessuno mi può giudicare, Chi non lavora non fa l'amore, e tantissimi altri successi della canzone italiana degli anni '60 e '70), nel 1986 Luciano Beretta scrisse una straordinaria poesia per Mauro Pavan in occasione dell'ultima personale da lui organizzata per il giovane artista: “I colori della notte ti sono sbocciati dalle lacrime dell'adolescenza, ma la forza era di essere diverso dai soliti calciatori di pallone! Le ore, ora, seguono i tuoi successi nella stima delle persone e di chi ti sta vicino. Pittore Mauro, leggimi la tua tavolozza e intingi se hai bisogno di cielo, il pennello nel mio cuore”.
E ancora, sempre in occasione di quest'ultima personale presso la Palazzina Ex Finanza di Peschiera del Garda: “E' certa la maturazione, artistica, dell'uva acerba che si fa vino buono! Un coraggio, con angeli custodi che sono i tuoi insegnanti all'Accademia, un binario che corre in direzione del Sole, verso il tuo “Io” infinito mai raggiunto. Per ora, per oggi, Sì! Raggiunto in pieno”.
Mauro Pavan è ancora molto legato ai ricordi di quel periodo artistico e affettivo molto intenso, fondamentale per la sua formazione, per il suo futuro. Un periodo trascorso nei panni dell'allievo, per questo, ancora oggi e giustamente, Mauro non perde mai l'occasione di nominare e ringraziare di cuore il suo grande maestro Luciano Beretta.
Da allora, tra mille ostacoli e difficoltà esistenziali, ha sviluppato un'arte che distingue il suo carattere creativo. Oggi, Mauro Pavan è senza dubbio un maestro d'arte dalla modalità artistica autentica e innovatrice nel linguaggio pittorico internazionale. L'artista affronta inoltre il mondo della psicanalisi, l'introspezione che proviene dall'inconscio e dai sogni del suo vissuto, senza mai perdere di vista il sociale. La sua è una ricerca sofferta e intelligente, sempre in movimento e costellata di continue sorprese. Al di là di qualsiasi altra cosa si possa raccontare, Mauro Pavan sa addomesticare i colori come pochi e con i colori ci gioca e si diverte.

Hanno scritto di lui:

2009 - Claudio Marchese filosofo e scrittore e Riccardo Di Salvo scrittore: “...siamo entrati nell'universo di Mauro Pavan, recentemente visto in contemporanea a Milano e a Torino. La pittura visualizza emozioni che vengono dal profondo. Le rappresenta secondo un codice che può essere figurativo o astratto. Pavan segna un'eccezione. Rappresenta per mezzo di una figura l'invisibile mondo del desiderio, del sogno, dell'eros. Come tutti i pittori visionari, Pavan raffigura il corpo per far vedere l'anima. Corpo a volte carnale fino all'eccesso, orgiastico nella sua voglia di esplodere. Corpo a volte privo di carne, ridotto a teschio. Le visioni sono il frutto del desiderio delirante. Pensiamo a tutti quelli che hanno goduto a esporsi allo sguardo di Dio o allo sguardo di folli voyeur . In entrambi i casi è un'unica potenza che guida sia i mistici che i libertini. Pavan, erede dei pittori maledetti, vede oltre il visibile. Pavan è senza dubbio l'ultimo maledetto di una stagione inaugurata da Van Gogh e destinata a entrare nel panorama del terzo millennio.

2018 - Michele Signorelli critico e storico dell'arte: ”Come sempre, Mauro Pavan gioca attraverso i secoli: prende, verrebbe da dire fisicamente, temi e convenzioni cari alla storia dell'arte e li modella, li plasma, li trasforma secondo le proprie esigenze espressive. L'arte di Pavan, così ricca di riferimenti e rimandi alla storia dell'arte, non può che dare accesso a chiavi di lettura molteplici. Anche lo sfondo non è un semplice sfondo, ma è accurata scelta espressiva. L'attenzione al dettaglio e al particolare è cifra stilistica di Pavan. L'occhio si perde in questa ricca stratificazione di piani e di rette che si intersecano senza fine e può scendere in profondità pur rimanendo in un mondo bidimensionale. Pavan torna indietro nel tempo senza muoversi dalla modernità”.

2018 - Paolo Levi critico d'arte, giornalista e saggista: “Trasformando il colore in arte astratta la cui intensità di suggestione non esclude l'apertura di un varco verso la libertà espressiva e la raffinatezza cromatica, l'artista Mauro Pavan nutre delle predilezioni: utilizza tinte vibranti, cariche di luce intensa e un disegno preciso e geometrico, come la migliore scuola dell'astrattismo geometrico insegna. La mirabile esecuzione rivela la mano decisa e una fantasia creativa che si scatenano con effetti di estrema bellezza”.

2018 - Sandro Serradifalco editore Art Now di Palermo e critico d'arte : “Sensibilità compositiva ed estro creativo sono dimostrazione di un raro talento. Il mio sincero plauso a un artista capace di stupire valorizzando la tradizione compositiva italiana”.

2019 - Giorgio Falossi editore Il Quadrato di Milano e critico d'arte: “Una pittura dall'intenso sapore sociale e filosofico, Mauro Pavan non vuole troncare del tutto i rapporti con la realtà, ma la vuole idealizzare a suo uso e consumo. Ci sono delle opere dove questa realtà ha un cuore o diventa un incubo, ma poi c'è un deciso spostamento verso una vita ideale, dove la crudezza della figura lascia il posto allo spirito, alla felicità della luce cromatica e sgorgante da una sorgente illuminante”.

2019 - Roberto Villa fotografo di fama internazionale, amico di Pier Paolo Pasolini e Dario Fo: ” La pittura di Mauro Pavan è una pittura acrobatica che ingloba, senza legarvisi, molte correnti della storia dell'arte: l'informale, il geometrico, l'astratto, il pop, il neo figurativo, e qui ci si può fermare poiché, come per la poesia, e per omologia, dovremmo ideare una definizione, quella di “pittura ermetica”. ...il pittore da semplice generatore di immagini, cioè da genitore, deve diventare padre, e padre a se stesso, superando la concezione di allievo per accedere a quella di Maestro genitore e padre della sua opera d'arte. Questo appare essere il progetto pittorico, e non solo, che Mauro Pavan, non senza successo, persegue”.

2020 - Vittorio Sgarbi critico e storico dell'arte: “...Ciò che negli anni non è mai cambiato, e che è anzi segno distintivo del lavoro di Mauro Pavan, è il connubio di colore e luce, quella luce che tanto lo affascina del Caravaggio e che modula tra le trame delle sue linee creando equilibri sferzati a volte da tagli dinamici. La sua è una continua ricerca, una profonda riflessione intimista volta ad un costante migliorarsi, che si avvale sempre di una tavolozza vivace e brillante. ...Nella poetica astratta e luminosa di Mauro Pavan c'è il racconto di un'anima travagliata che emerge soprattutto nella narrazione in cui l'artista descrive con minuzia il percorso e i momenti che hanno portato alla creazione di ogni sua opera, sempre collegata personalmente alla vita dell'artista, che non nasconde i particolari di quei traumi e rotture passati che sono lo stimolo più impellente per riuscire a trovare un rifugio sicuro dagli incagli della vita”.

2020 - Flavia Sagnelli avvocato e curatrice d'arte: “Stilisticamente impeccabile e riconoscibile, Mauro Pavan porta l'astrattismo geometrico ad un livello avanzato, contemporaneo, ove le geometrie creano tridimensionalità, si incontrano, si regalano reciprocamente prospettive e movimento. L'artista utlizza il colore in maniera impeccabile: preciso e minuzioso nei piccoli dettagli, senza sbavature, come se avesse un laser al posto del pennello. Con intensità, vivacità e potenza le linee dipinte da Pavan giocano a fare coloratissime acrobazie sulla tela, sorprendono ed ipnotizzano. Raffinato ed intenso.

2020 – Giorgio Falossi editore Il Quadrato di Milano e critico d'arte:”...Per quanto riguarda il Tintoretto “che fa sangue” è certo un artista eccelso, grande interprete dei suoi tempi, così come si conviene all’arte. Lei ama questo artista e me lo trascina sino a Pollock, perché ha qualcosa dell’artista Pavan o l’artista e uomo Pavan ha qualcosa del Tintoretto. Scrivo così perché essere artisti, oltre i soliti cliché, credo sia anche qualcosa di personale. Mauro Pavan è un artista. Per questo è un biografo di se stesso. La sua pittura è il suo mondo, quel mondo che gli ribolle dentro, quel mondo di cui lui conosce la verità, o tale la ritiene, una verità psicologica che ritrova nella pittura l’occasione di una appassionata confessione, una verità che lo fa scontrare con l’esterno. Un raffronto questo da cui vorrebbe uscire vincitore. Mi sembra questo giusto e lodevole ma forse poco redditizio per i tempi moderni in cui viviamo. Non è un compito facile oggi perché filosofare non è considerato buon investimento. Sicuramente Mauro Pavan è un innovatore, un artista innovatore così come si vuole oggi. Ma oggi è difficile essere apprezzati perché l’innovatore fa saltare le abitudini, fonda propri codici di comportamento, spinge il pensiero. Nel migliore dei casi diviene un artista ma anche un sognatore. Ed il mondo non ti apprezza e ti travisa. Caro Pavan lei come artista si è scelto una vita difficile...”.

2020 – Giorgio Falossi Mauro Pavan agisce sulla geometria del segno realizzando composizioni in dinamico movimento. Composizioni che sollecitano e sezionano pennellate e colori su scorrevoli binari. Si creano profondità, fonti luminose e dalle quali possa giungere sino allo spettatore l'idea della conquista, il piacere di una sorgente capace di trafiggere, quindi di punire, ma anche di dare gioia per una sensazione ricevuta in grado soddisfacente. C'è la luce di Caravaggio, quella tagliente e distinta che si scontra con il buio sino a diventare fuoco di redenzione. La ricerca dell'uomo o dell'anima attraverso l'arte. La pittura diviene esponente rigida dei sentimenti a delle meditazioni, diviene ricerca affannosa di un chiaroscuro sull'umanità, una umanità fatta di singole persone ognuna con il suo fardello di vizi e di colpe. Nel labirinto dei segni la luce si unisce al colore “vere e proprie sciabolate” generando una filtrazione inconfondibile, una fulminazione di memorie e di gesti, con il piacere di controllare la mente e la natura, le vene del cielo e i frutti delle stelle. Un lungo lavoro di ricerca svolto con metodo e perizia da Mauro Pavan, con esiti spesso seducenti, sempre affascinanti, nell'apertura ai contenuti più attuali dell'arte contemporanea.

2020 - Giorgio Falossi a seguito della pubblicazione di Mauro Pavan sul volume Raffaello500 uscito per Il Quadrato di Milano: Caro Pavan. Mi considero un suo vecchio amico e il mio piacere maggiore sarebbe di poter passare con lei il tempo di un lungo pranzo. A tavola, dove gli umori si affinano, dove i pensieri si rilassano, dove il sorriso apre a maggiori disponibilità. Dopo la pandemia. Ormai siamo in fondo. Mi considero un suo vecchio amico, ma anche ammiratore della sua espressione artistica, per la sua forza interiore, per la sua capacità risolutiva, per la sua ricerca, spasmodica, intensa, acuta, oltre.
Un cordiale saluto. Giorgio Falossi.

25 dicembre 2020 - Giorgio Falossi Una pittura quella di Mauro Pavan che vede il taglio di Fontana sostituito dalla persona, le bambole a rocchetto di Campigli sostituite dalla persona, la merda d’artista di Manzoni sostituita dalla persona, il cavallo galoppante di De Chirico sostituito dalla persona e via così dicendo, gli esempi ci sono. Questa persona, questa figura, centro di attenzione del suo operare, deve avere una sua incisiva motivazione o suggerire un messaggio o richiamare momenti storici o sublimare una ideologia, sollecitare una speranza o rappresentare un gruppo sociale. E questa figura inserita in un intrecciarsi di geometrie deve essere portatrice di un messaggio, di una idea o ideologia, di una filosofia, di un nuovo quanto rivoluzionario intendimento dell’attuale società. Sarà così facile superare qualsiasi ostacolo mercantilistico per una larga diffusione se quel personaggio rappresenta qualcosa per la maggioranza degli uomini. Le faccio una domanda: questo suo punto luce illumina qualcosa che interessa oltre me un paio di miliardi di persone? Se si, è un’opera d’arte. Lei lo sa. L’arte non è facile. Lei lo sa e ce la mette tutta. Bisogna farsi accompagnare da una dottrina, da una idea, da una fantasia capace di essere compresa e illuminare di speranza questa nostra attuale società disorientata ed impaurita. Oggi è Natale. Non ci aggiungo la fede perché lei ne ha già molta in se stesso. Anche quella serve.
Con stima. Giorgio Falossi.

28 dicembre 2020 - Paolo Levi - Critico d'arte -
Mauro Pavan rivela ottimo talento, ironia e sapienza. In questo contesto e tramite una scrittura molto chiara ci fa dono di un’intelligente analisi sul ruolo dell’artista, per altro senza citare questo lavoro di lirica astrazione dove si materializza il suo universo poetico. Nella parte centrale l’opera rimanda – alla lontana – al sapore interrogante di un certo surrealismo del secondo Novecento, con il valore aggiunto e indispensabile di una stesura cromatica limpida e di una perfetta calibratura spaziale fra il fondo rosso atonale e le forme figuralmente allusive che lo popolano.

2021 – Giorgio Falossi: Caro Maestro Pavan. La sua è una pittura piena di significati. Carica di tensioni e di messaggi. Una pittura da interpretare con prudenza e da sorvegliare fra le sue corde misteriose. La pittura di Mauro Pavan incontra il Virus, ed è il Virus che ne esce sconfitto. Di tutti questi Virus che per secoli hanno infierito non rimane niente se non le rappresentazioni in arte. Il virus è alla stregua di un modesto mezzo che l’artista ha usato per rendersi immortale. E’ l’Arte che insegna. E’ l’Arte che rimane. Alcuni imparano ed imprimono il loro pensiero, le loro sensazioni, il loro essere umanità chiamata in causa. La maggioranza naufraga nella paura-inettitudine o nella banale-incapacità. Ecco ancora la selezione. Il mondo per pochi. Il virus cavalcato. Il risultato dell’artista.
Così come oggi leggiamo la storia tramite il Tintoretto che con il suo “San Rocco risana gli appestati” ci manda un ampio segnale cinquecentesco, domani, è il mio augurio, i nipoti dei nipoti dei nipoti, ammireranno l’opera di Mauro Pavan, cercando di capire il vero senso della vita del tempo XXI secolo, così penetrante, così bene espressa. Il resto, egregio Pavan, sono cose del quotidiano Italia. Piccoli sotterfugi, falsi moralisti, mercanti mediocri, qualche ladro, molti incapaci. Noi invece, guardiamo in faccia diretta questo portatore di morte, che è nato a causa della demenza umana, e con l’arte lo rendiamo immortale.

2021 – Giorgio Falossi: ...Caro Pavan. Mi sembra di sentire una certa rassegnazione nell’ultima tua risposta. "Più o meno", non mi sembra una frase degna di Mauro Pavan. Quello che conosco. Che vive di certezze, non importa quali e come. Certezza ed Arte per la vita, certezza è qualcosa di misteriosamente vero. Certezza è la tua Arte che si congiunge con la vita.
Diciamo pure che a noi del vaccino non ce ne frega un gran che. Visto come vanno le cose aspetto che il gregge si vaccini e poi vedrò di unirmi al coro. In questo paese lo so, troppe cose non vanno nel senso giusto, ma…. I raccomandati hanno fatto il vaccino abusando della loro posizione, ma, loro, i raccomandati, non sanno che fra 18 o massimo 24 messi la peste cesserà automaticamente e quindi il loro atto di sopraffazione avrà ancora meno senso. (Anch'io ho il mio credo di certezze).
Il lavoro dell’uomo è sempre fatica, anche se è fatto con la passione che tu ci metti, il lavoro dell'artista è spesso un tardivo riconoscimento anche se il merito c’è. C’è anche la fatica di saper attendere il momento giusto. Vedrai che arriverà.
Mai abbassare la guardia, mai rassegnarsi, mai credersi inferiori, mai venire dopo. Con stima. Giorgio Falossi.

17 agosto 2021 - Davide Cariani medico e collezionista di arte contemporanea storicizzata: “Che bellissima sorpresa Mauro, tu mi sorprendi sempre! Ti ringrazio per la considerazione che nutri nei miei confronti anche se non penso di essere all'altezza di quello che vai dicendo sulle mie competenze artistiche. Lascia però che ti dica sinceramente che condivido quello che dici, e quello che vedo in questo tuo lavoro “Silenzio 21/5”. Sempre di più si palesa la tua impronta e quello che appartiene alla tua anima. Un minimalismo colorato, l'essenza del tratto che contrasta con una moltitudine di sentimenti. Questo è Mauro! Un vulcano silenzioso che si sta preparando a stupire ancora; a eruttare il suo IO”.
Il dott. Cariani è un amico ormai, un uomo semplice e genuino, ma dirompente quando vuole farmi capire cosa si intende per arrivare a fare grandi cose cercando di dire tutto con poco. Io adoro e stimo che mi parla in questo modo.

16 novembre 2021 - Giorgio Falossi: Caro Mauro, mi piace molto il concetto dell’arte come vita e proprio per questo che l’arte, la tua arte deve essere vista e conosciuta. Non comprata, non venduta, non commercializzata. Deve essere esposta, discussa, processata. L’arte come megafono storico della vita dell’uomo. Così è stato per molti secoli. Poi altri mezzi sono intervenuti: foto, televisione, internet, stampa ed altro. Oggi la diffusione è molto ampia e anche certe finalità si sono attenuate o svanite. E’ l’arte è anche commercio, investimento, così come è godimento, è sacralità ed anche potere e piacere. Questo è l’arte intesa come quadro, come oggetto. Poi c’è l’artista che non è come l’oggetto artistico, ma un esecutore, che non ha diritto ad avere molte qualità, se non quello di creatore. E creare vuol dire dare vita, vuol dire vedere oltre, vuol dire avvicinarsi ed uguagliare il grande e il meglio dell’universo.

Vuol dire avvicinarsi a Dio.

Guardo i tuoi lavori. La perfetta orchestrazione delle singole parti rispecchia l'armonia e il ritmo che l'artista Pavan persegue, dotando l'immagine e l’impalcatura geometrica di profonde finalità e di messaggi che sono dati soprattutto dai significati che questa molteplicità di visione innesca. L’artista non ha segreti. Ma ogni sua linea ha un senso di profonda inquietudine. E’ un messaggio gridato per far comprendere che al centro dell’universo c’è l’artista. Le linee, gli occhi, le pose, i colori, le maschere sono espressioni sottili e veementi dell’anima che sottolineano evocazioni di turbamenti, estasi e commozioni. Le geometrie e i percorsi nel labirinto non sono semplici orpelli di rappresentanza ma momentii interiori, verità profonde, che sorgono da un processo di ricerca e di ricreazione di se stessi e per se stessi. Questo è l’artista Mauro Pavan che è ma non sa di esserlo, questo è l’uomo Mauro Pavan che non è ma vorrebbe essere.

Spero di non aver “sconfinato”. Saluti. Giorgio Falossi.

5 aprile 2022 - Giorgio Falossi: Caro Pavan. E’ un po’ di tempo che non facciamo un po’ di corrispondenza. Spero che lei stia bene. Io vivacchio, cercando di fuggire dal virus, dalla guerra e dalla futura inflazione. Una fuga che mi rende inquieto, una inquietudine che non è solo personale ma si manifesta a più voci per le troppe quanto inutili violenze e per le cicatrici del quotidiano. Tiene conto il suo lavoro di questo nuovo clima ? Penso di si e penso che la sua arte sia ancora una volta interpretazione ed indicazione. La sua infatti, mi permetta la mia sensazione, è una pittura interna, vissuta con ansia, che non solo manifesta l’intelligenza di uno stimolo artistico capace di additare un percorso creativo, ma è, anche, coscientemente doloroso. Di questo lei ne è consapevole, semplicemente perché è un artista. “Lavori nuovi ed inediti”. Lavori che potranno svelare le sue misteriose ansietà? Non credo. Fanno parte dell’essere artista. Ma sono molto curioso di vederli. Un cordiale saluto, Giorgio Falossi.

2022 - Vittorio Sgarbi, tratto da "I Narratori del Nostro Tempo": "C'è in Mauro Pavan una sensisibilità primaria che da un lato vuole la forma astratta, dall'altro lato intende il sentimento e lo spirito della tradizione veneta".

Soffro-Sogno-Vivo / 2013

2022 - Nicola Traversoni – Artista e critico d'arte per Milano Art & Design Week: SOFFRO-SOGNO-VIVO “Il pubblico, anche se ritiene vero ciò che è falso, ha il senso del vero e risponde sempre quando glielo si presenta. Oggi però non è più sulla scena che dobbiamo cercare il vero, ma per strada.” di Antonin Artaud (ndr Drammaturgo, attore, saggista e regista teatrale francese).

Lontani dalla ricerca economica propria del sistema dell’arte i lavori di Pavan, veronese di nascita, scaturiscono da esperienze sentite: viaggi, sogni, momenti di riflessione, silenzi, luci (anche poeticamente percepite nei lucidi occhi della madre), incontri, sapori visivi. Nei lavori si riesce a percepire il processo ideativo, un’antitesi tra benessere e tensione, una contrapposizione tra divertimento e il voler ricercare risposte. La pittura di Pavan si allontana dalla tradizione figurativa e si dipana verso l’esplorazione di nuove soluzioni stilistiche; risulta però palpabile lo sguardo rivolto al passato come fonte di ispirazione, ma non vi è desiderio alcuno di reinterpretazione perché questa tensione è frutto di accorta osservazione di soluzioni già testate e formule artistiche già pensate nella direzione di voler trovare, attualizzare per costruire una personale direzione artistica. Che emerge, ormai, dai lavori proposti in galleria. Gli acrilici dell’artista sono sapientemente costruiti in una rincorsa all’equilibrio tra colore e composizione, tra il pittorico e il timbro: risaltano all’occhio infatti le tracce dei i tessuti lavorati all’uncinetto dalla madre prelevati dall’artista, posti al centro e tatuati, atti a restituirne un valore spietatamente emotivo, familiare, biografico. Si sente un riecheggiare alla tecnica dell’objet trouvé con una profonda distinzione: i merletti usati e citati da Pavan, anche se trovati in modo fortuito, ci raccontano già di un processo antico, artigianale e artistico con l’intento di volerlo recuperare e verso il quale porre risalto, attenzione. Sembrano pianeti visti da lontano o cellule indagate da molto vicino? La risposta poco conta perché la coerenza e l'eleganza impiegate esprimono suggestioni derivanti da momenti personali, ma sono messe a disposizione di tutti, divenendo totali, globali. Pavan crea così un vero e proprio dialogo in cui tutte le varie parti giocano seriamente e si dirigono verso l’individuazione dell’armonia, ricerca che prende genesi dagli studi della scenografia nella sua formazione accademica. E in questa verità armonica si percepiscono comunque contrasti: lui stesso ci racconta del piacere nell’elaborazione e nello studio per la realizzazione dei suoi dipinti, ma contemporaneamente ci parla di rotture, di frantumazioni. E questa stessa antitesi si può notare nella trama viva e simbolica dei centrini, nelle loro texture grafiche abbaglianti che contrastano con i fondi pittorici a campiture piatte segnate da linee, gesti o pennellate di diverso colore. Come le continue immagini che ci restituisce uno specchio che crea una connessione tra ciò che è celato e ciò che è realmente. E il rapporto tra spazio e tempo crea uno stargate che si dipana tra i ricordi dell’artista e le sue nuove manipolazioni di oggi. L’arte di Pavan va conosciuta e va capita perché diario intimo di tutto il suo sapere, sapore artistico ed emotivo.

11/07/2022 - Vincenzo Chetta, direttore responsabile della rivista bimestrale d'arte BIANCOSCURO: Colgo l'occasione per dirti che ho letto con calma e attenzione la tua scheda di partecipazione al contest e mi è rimasto forte un passaggio: "è già troppa la sintesi che si fa oggi di e su tutto al punto tale da rendere tutto banalmente sintetico, tanto da far perdere di vista e di cuore le emozioni e i sentimenti".
Molto forte anche il ricordo dell'essere allievo del maestro Luciano Beretta.
Ho notato anche un discreto scambio con il Prof. Giorgio Falossi, lo conosco dal 1996, una persona deliziosa, un "toscano di Milano". Sono stato parecchie volte a casa sua, la moglie Guglielma (che purtroppo ci ha lasciati), il figlio pianista, la sua casa editrice... quanti ricordi. Una persona colta, profonda ma al tempo stesso pratica e "alla mano" (se oggi faccio questo lavoro credo sia anche per merito suo).
In ogni caso ho letto una profonda stima del Prof. nei tuoi confronti, è un intenditore il Prof. Falossi.
Ho letto anche tutto il Concetto Temporale 22/1 e condivido in pieno con te la divagazione sui Mazzei. Che pena... che piccoli.
Concludo citandoti: "Artista è colui che ha saputo vivere dando un senso specifico e molto forte al suo vissuto, contribuendo direttamente a lasciare un segno incisivo" e questo è quello che stai facendo tu.
Vincenzo Chetta

Ottobre 2022 - Giorgio Falossi: "Piccole cose rievocate nella pittura di Mauro Pavan, ma capaci di sollecitare sentimenti ed afflizioni, interrogativi e verità, sono, oggi, i centrini in diverse misure, fatti a mano con il filo, che si impongono come luce di occhi.
Geometrie e intrecci gli danno forma a stratificazioni storiche ad usi ed abitudini. Segnano il passare del tempo. Un passare fatto da piccole cose, direi quasi da un mondo gozzoniano. Mauro Pavan nella sua attualità artistica ha sostituito la figura umana al ricordo, all'oggetto artigianale. Un oggetto che ha la caratteristica del gesto materno, ripetuto, un lavoro di antiche tradizioni. L'opera di Mauro Pavan è anche un riproporre. Un modo per rivivere un mondo scomparso, ormai poco misurabile, dove la fantasia si intreccia con la realtà creando la favola."

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MIAMI MEETS MILANO - International Art Exposition 2019

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Rivista d'Arte BIANCOSCURO - numero 36

Rivista d'Arte BIANCOSCURO - numero 36

Premio Internazionale Michelangelo - 2019

Premio Internazionale Michelangelo - 2019

Premio Cultura Identità - Arti visive - 2019

Premio Cultura Identità - Arti visive - 2019

Mostra internazionale Spoleto Arte

Mostra internazionale Spoleto Arte

Parigi - Artexpo 2019

Parigi - Art Expo 2019

Biancoscuro - rivista d'arte

Biancoscuro

Mantova - Artexpo 2019 - Museo Francesco Gonzaga

Mantova - Art Expo 2019

Cannes - Artexpo 2019

Cannes - Art Expo 2019

Verona - Artexpo 2019

Verona - Art Expo 2019

Catalogo Artisti '19

Catalogo Artisti '19

Catalogo dell'arte moderna n. 54

Catalogo arte moderna n. 54

International biennal of Flanders

International biennal of Flanders

99 Protagonisti dell'Arte

99 Protagonisti dell'Arte

1° Premio Internazionale di Palermo 2018

Primo Premio Arte Palermo

Mostra "Maestri Contemporanei", presso Casa dei Carraresi

Galleria Ducale è lieta di presentare “Maestri Contemporanei”, esposizione collettiva d'arte moderna e contemporanea.

La mostra, promossa con il Patrocinio della Città di Treviso e con la collaborazione di Phaos Associazione Culturale, presenterà una selezione di artisti emergenti del Nord Italia e sarà aperta da lunedì 9 aprile a domenica 22 aprile 2018 presso la prestigiosa Ca' dei Carraresi, in Via Palestro 33/35 a Treviso.

Il finissage avrà luogo a partire dalle ore 17.00 di sabato 21 aprile, con l'intervento del Dott. Michele Signorelli, Storico e Critico dell’Arte, che offrirà delle proposte di lettura delle opere in mostra.

La mostra resterà aperta al pubblico da lunedì 9 aprile a domenica 22 aprile nei seguenti orari:

- da lunedì a giovedì h. 10.00 - 18.00
- venerdì, sabato e domenica h. 10.00 - 20.00

dal catalogo della mostra

Mostra collettiva a tema al Castello di Soncino

Phaos Associazione Culturale, in collaborazione con Galleria Ducale, ha presentato "Phaos", mostra collettiva a tema, aperta da Sabato 17 Marzo a Domenica 25 Marzo 2018 presso la Sala Filanda del Castello di Soncino, realizzata con il Patrocinio del Comune di Soncino.

"La mostra, volutamente eterogenea, ha proprio nel suo essere frammentaria il proprio punto di forza. Venticinque artisti, venticinque luci diverse. Alcune affini tra loro, altre apertamente in disaccordo. Una sorta di caleidoscopio che dall’arte figurativa arriva a quella astratta fino ad abbracciare anche chi esce dai confini della pittura stessa. Venticinque storie profondamente diverse tra loro ma che condividono la scintilla ispiratrice dalla quale sono scaturite. Una meditazione seria e profonda sul tema della luce e sulla diversità di luci."

Estratto dal testo critico del Dott. Michele Signorelli, Critico e Storico dell'Arte

La presentazione della mostra è stata a cura del Dott. Michele Signorelli, Critico e Storico dell’Arte.

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